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“Past Lives” - la consapevolezza di un non-amore

Immagine del redattore: tentativo2lstentativo2ls



Cosa sono allora le “vite passate”? Le vite passate sono quei momenti che abbiamo vissuto come se fossero attimi di infinito, come se l’esperienza che abbiamo avuto con quella o quell’altra persona fossero echi di un presente che c’è ma di un futuro che probabilmente non ci sarà. Sono le memorie, i ricordi, di chi eravamo che rimarranno lì per sempre a rappresentare un puzzle della nostra storia personale, ma che allo stesso tempo non esisterà più. Le vite passate sono i percorsi e le scelte che facciamo nella vita, cose che sarebbero potute essere ma che per destino, o fato, non potranno mai essere. L’importante è lasciarsi toccare dalla contingenza.


I sentimenti non sono interruttori che si spengono da un giorno all’altro. Spesso, quando ciò che proviamo è molto forte e profondo, rimangono dentro di noi per molto tempo. Come un vulcano dormiente, quel sentimento sopito e segregato nel nostro cuore continua ad essere attivo silenziosamente. Che sia destino o fato, esiste un tempo e un luogo per ogni amore: quello fra Nora e Hae Sung è un amore senza tempo e senza spazio, perché non può essere.


Sul vocabolario, la parola contingenza viene definita come “occasione, circostanza, congiuntura, spesso straordinaria, triste o dolorosa”. Sono le contingenze della vita a far incontrare Nora e il suo futuro marito, Arthur, alla residenza artistica di Montauk, come sono state altre contingenze a far incontrare Hae Sung e la sua futura fidanzata in un ristorante di Seoul. Poi però ci sono quelle contingenze che, in un modo o nell’altro, accadono quando non dovrebbero accadere. Sono quelle contingenze che come due rette parallele vanno di pari passo, ma non si incontreranno mai.


Due rette, infatti, per diventare incidenti, hanno bisogno di un punto in comune. Punto in comune che Nora e Hae Sung cercheranno di costruire durante lunghe e svariate sessioni di videochiamate online dagli estremi poli del globo. La componente spaziale, ovvero il web, rappresenta però un luogo che trascende la fisicità, dove la vita non può essere “toccata” in qualche modo. Il regno dell’amore di Nora e Hae Sung è un regno che esiste ma che allo stesso tempo non esiste, in cui i loro corpi si vedono, si sentono, ma non possono andare oltre. Si relazionano perennemente con il riflesso digitale delle loro persone.


E per quanto riguarda il tempo, il fuso orario pone dei limiti alle chiamate, obbligando una delle due parti ad una vita notturna o ad una alzata fin troppo mattutina. Come detto prima, un amore per funzionare ha bisogno di un tempo e di un luogo adeguato, ma ciò non vuol dire che in potenza non possa esserci. Ciò che provano i due protagonisti riesce a trascendere queste dimensioni con la consapevolezza però che non potrà mai accadere quello che loro sperano nel profondo. Passano 12 anni dall’ultima videochiamata fra i due amanti nascosti, e Hae Sung decide di fare visita a Nora a New York City.


E’ in questa parte che il film diventa denso di dialoghi serrati che sembrano durare ore ma che in realtà vengono condensati in pochi minuti, di sequenze straordinarie in cui la città fa da sfondo ai pensieri dei protagonisti. Un’altra contingenza porta loro due ad incontrarsi, ma anche stavolta la loro relazione non può che essere impossibile. Ciò che vivono Nora e Hae Sung è un non-amore, un amore che vive solo ed esclusivamente in una dimensione ideale, un amore che c’è ma che non si può sviluppare.


Ciò che rende agrodolce la loro storia non è solo la delicatezza con cui Celine Song mette in scena i loro sentimenti e la loro relazione, ma in particolar modo la consapevolezza e la maturità dei personaggi nell’affrontare il loro percorso. Una nota va dedicata anche al personaggio di Arthur, marito di Nora: nel momento in cui Hae Sung rientra nella vita della moglie, egli si sente messo da parte e fuori “dal mondo” che ha dentro di sé Nora. La lingua (in questo caso il coreano) diventa un altro tema fondamentale nel film.


Qui però non è metafora di incomunicabilità, ma bensì di separazione. Il coreano, la lingua che parla per tutto il tempo Nora con Hae Sung, rappresenta probabilmente quel famoso punto in comune che potrebbe ricongiungere le due rette parallele. Lei sogna in coreano e il marito non la capisce, perché quella lingua non è altro che il mondo in cui Nora e Hae Sung possono convivere e amarsi, perché rappresenta il mondo privato di Nora che nessuno potrà mai toglierle. Ma in particolare modo, il coreano rappresenta in maniera vera e propria un’altra vita, una vita in cui lei potrà finalmente sviluppare quel sentimento nascosto nelle pieghe del tempo.

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