“Produci consuma, crepa” era l'adagio che la band punk CCCP amava intonare nei propri concerti in un'epoca che non esiste più.
Il mantra di una generazione era proprio quello: trovati un lavoro, fatti una famiglia e il futuro ti sorriderà. La generazione del boom economico non aveva di fronte (o almeno credeva) un orizzonte fatto di guerre, catastrofi e depressione generale; tutto tendeva all’ottimismo. Il grande motore immobile di tutte le cose. Il capitalismo sembrava essere in salute e dava una ragione di vita, l’arricchimento, a tutta la popolazione. Nonostante ciò questo stile di vita veniva rifiutato o aspramente criticato da autori come Pasolini e appunto tutto il panorama della contestazione di classe.
Sarebbe interessante sapere cosa direbbero oggi gli stessi alfieri dell’anticapitalismo, dell’anticonsumismo e teorici di un nuovo modello di sviluppo sganciato dalle logiche del profitto.
Per molti versi addirittura oggi forse molti intellettuali rimpiangerebbero quel modello di capitalismo novecentesco, predatorio sì, ma ancora umano rispetto al nostro e che infondeva ottimismo nelle persone.
Infatti, nella contemporaneità, vediamo come il nostro modello di società sia agonizzante e senza sbocchi . La nostra generazione però non possiede neanche una reale alternativa di senso, alla nostra esistenza.
Non abbiamo più una ragione di vita, schiacciati in una costante consecuzione di immediatezza, algoritmi ed edonismo sfrenato. Non vogliamo vederci nel futuro, scegliendo di vivere anestetizzati come nella spelonca platonica, nella quale si viveva del riflesso della luce ,per paura di vederla realmente.
Occidente dunque prima era sinonimo di progresso e benessere (vero o presunto)anche se colmo di contraddizioni, oggi è anestesia. E’ quindi negazione totale di ogni emozione , rinviata a data da destinarsi.
Stupisce che ci si spaventi di fronte alla diffusione della piaga del fentanyl nelle nostre strade, un anestetico così forte che genera dipendenza ed a basso costo non poteva far altro che diffondersi radicalmente tra di noi. E non potrà che aumentare se non riscopriremo un orizzonte di senso comune ed una nuova ratio essendi in cui identificarci a scapito di un sistema economico morente che ci sta trascinando con sé.
Una droga specchio della società e colpa della società stessa. Altre analisi , per quanto corrette, non pervengono rispetto alla caustica e dolorosa (non anestetizzata) verità. Abbiamo bisogno di non pensare, perché pensare provoca dolore.
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