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Interiorizzare il fascismo (violenza)

Immagine del redattore: tentativo2lstentativo2ls

Uno degli aspetti più subdoli della perversa e paranoica allucinazione del fascismo è la rivalutazione della violenza come mezzo per educare e mantenere l'ordine, non solo all'interno delle famiglie ma anche come mezzo dello stato.

I tremendi fatti di Torino, ma andando dietro con la memoria se ne potrebbero trovare tantissimi altri di uguale entità, non solo mostrano una certa senso d'intoccabilità delle forze di stato in questo tipo di situazioni ma anche, e soprattutto, di un naturale sdoganamento della violenza utilizzata sui cittadini perché, e cito da varie sezioni commenti dei social: "Gli urlano contro, li insultano è giusto che vengano pestati, non sono autorizzati, se gli avessero davvero picchiati ci sarebbero più feriti" e stiamo escludendo i commenti dei partiti politici d'estrema destra del nostro paese perché ne proviamo vergogna.


Queste motivazioni non sono solo sciocche, incomplete e preoccupanti ma sono anche, utilizzando le parole di Vittoria Foa, la manifestazione di un fascismo che magari non si rifà più alla simbologia del 900 ma che rimane una mentalità corrotta del nostro popolo che per quanto se ne possa cambiarne il nome, o valutarne il  diverso peso o la diversa pericolosità , poco importa: rimane un male che non riusciamo a scrollarci di dosso perché:  "Il fascismo è l'annosa consuetudine ad attendere che tutte le decisioni vengano dall'alto, è l'acquiescenza, la sopportazione, è nell'attesa il piccolo e mediocre opportunismo, il lasciar correre sulle piccole ingiustizie sulle quali poi si edificano le ingiustizie più grandi e radicali, è in una parola l'inerzia politica e la sfiducia nella libertà che non è un dono ma si conquista e si difende on ogni ora della vita".


Quello che si ignora, più o meno inconsciamente, è che ogni dimostrazione di forza violenta è segno di debolezza, di mancanza di abilità e possibilità comunicative, una presa di posizione che la cultura pop ha reso banale e sdolcinata ma che rimane tremendamente vera. soprattutto nelle dinamiche statali e citando Waltz (sicuramente non il primo dei progressisti): "Più una società è disciplinata e il suo governo rispettato e competenze, minore è la forza che i suoi poliziotti devono utilizzare" e ancora "La forza è meno visibile laddove il potere è presente in modo più pieno ed adeguato " delle frasi nate per il  mondo della geopolitica ma che direi si incastonano perfettamente nel contesto attuale.


In una società in cui si sente più spesso, ma non abbastanza, il termine capitalismo di sorveglianza, una prospettiva sicuramente possibile e già drammaticamente attuale, non bisogna scordarsi che il vero dominio si compie nel momento in cui la sorveglianza non è solo, tecnologica, esterna, ma anche interiore, del nostro occhio interiore che ci fa sopportare le ingiustizie ma che preferisce vederle subite sugli altri, agli "oppositori" perché protestano sull'oggi.

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