
Il concetto degli USA come paese “eletto” ha due basi, la prima biblica e la seconda più secolare.
Per quanto riguarda la prima bisogna pensare ai coloni che arrivarono nel 1600 sulla costa est dei futuri Stati Uniti, ma non nelle terre che diventeranno la virginia e che erano destinate alla coltivazione del tabacco, bensì più a Nord, in quello che diventerà il New England. Qui arrivarono i separatisti della chiesa d'Inghilterra, che si era a sua volta separata da quella cattolica di Roma dopo la riforma protestante.
Questi separatisti, chiamati in maniera un po’ dispregiativa puritani, erano dei protestanti, convinti però che la chiesa anglicana fosse anch’essa corrotta e non rispettasse a pieno gli insegnamenti della Bibbia. Non essendo ben visti in Inghilterra i Puritani emigrarono, prima in Olanda, e poi nel cosiddetto nuovo mondo, dove volevano stabilire una nuova chiesa, più giusta e più pura, e una nuova società completamente separata dal vecchio mondo, con la sua corruzione, il papa, l’aristocrazia e tutti i suoi costumi e rituali.
La storia di questi separatisti e quindi il loro collegamento con l’”elezione” degli USA a nazione divina, la conosciamo sia grazie ai diari e ai racconti e gli scritti dell’epoca, sia grazie ai sermoni dei pastori protestanti, risalenti al 1600 e 1700, in cui si parlava delle nuove colonie come di una “New Jerusalem” e di una “city upon a hill”. Un nuovo faro capace di illuminare e dare il buon esempio all’umanità intera.
Questo perché era comune, nell’immaginario di questi primi migranti, l’idea che il loro trasferimento al di là dell’oceano avesse lo scopo di cercare una nuova terra promessa. Se c’era questa terra sconfinata al di là dell’oceano, che gli Inglesi e altre nazioni la stavano già esplorando, quindi non era del tutto sconosciuta ma libera, dato che i nativi americani non erano considerati più che animali selvaggi, perché non trasferirsi?
E perché non ammantare l’impresa di un’aura divina, come se Dio stesso avesse voluto che proprio lì venisse fondata una nuova società, retta da una chiesa giusta e non corrotta come quella di Roma?
C’è addirittura chi si spinge oltre e sostiene per esempio la teoria Anglo-israelita. o dell’Israelismo britannico e spiega che, come descritto in ben quattro libri della Bibbia, i due libri dei Re e i due delle Cronache, Israele era diviso in due regni, in quello settentrionale vivevano dieci tribù che, minacciate da Dio affinché smettessero di essere ribelli e peccatori, furono rese prigioniere dai brutali Assiri e, una volta che i loro rapitori vennero a loro volta sconfitti, fuggirono a Nord e si dispersero attraverso l’Europa nordoccidentale. Da questa interpretazione biblica della storia a sostenere che i pellegrini inglesi che giunsero in America stessero portando a termine il viaggio di liberazione delle dieci tribù di Israele il passo è molto breve. Questo spiega come alcuni americani credano fermamente di essere il popolo eletto di Dio, o meglio, i suoi discendenti.
La seconda motivazione invece, quella secolare, riguarda l’evoluzione storica degli USA, da gruppo di 13 colonie sulla costa est a potenza mondiale nell’arco di pochi secoli. Mano a mano che l’influenza statunitense sul resto del mondo cresceva, e veniva esercitata sia attraverso l’economia sia attraverso le armi, si è radicato sempre più nell’immaginario della nazione il concetto di se stessa come un paese che ha, effettivamente, un ruolo nel portare ordine nel mondo e nel mostrare al mondo cosa siano gli ideali di pace, libertà e democrazia.
E se anche in questo caso l’idea ha origine nella fondazione delle colonie, è nel corso del ventesimo secolo (in particolar modo nella seconda metà) che religione e politica sono diventate sempre più intrecciate, specialmente nelle parole di alcuni influenti personaggi dell’epoca, non solo predicatori e pastori, ma anche presidenti.
Infatti, Ronald Reagan, presidente dall’80 all’88, si diceva pubblicamente preoccupato per la guerra fredda, perché a lui sembrava proprio che ci si stesse avvicinando alla fine dei tempi, ovvero alla battaglia di Armageddon. Ma il presidente, fra i più amati nella storia degli USA , non si fermava qui e arrivava a dire, sempre pubblicamente, che probabilmente l’URSS fosse Gog, il re di Magog. Anche se in realtà in alcuni libri della Bibbia i due nomi identificano persone, in altri corrispondono a luoghi, Gog e Magog vengono descritte come due entità malvagie, che si scontreranno con Dio nella battaglia finale di Armageddon, a cui abbiamo già accennato.
Ma perché Dio dovrà scontrarsi con queste entità maligne? Perché quest’ultime hanno voluto attaccare Israele e quindi Dio le ha dovute punire. Nello stesso modo risulta indispensabile per gli USA, da sempre dalla parte del bene, contrastare i Gog e Magog moderni, identificati con la Russia.
E non stiamo parlando di affermazioni di un gruppo di fondamentalisti religiosi in una chiesa dell’Alabama ma di affermazioni di un presidente degli Stati Uniti in piena guerra fredda.
Una tradizione di dichiarazioni, cominciata ben prima di Trump, che ci fanno preoccupare per la tenuta dell’ordine mondiale.
Queste dichiarazioni, assorbite all’interno dell’immaginario collettivo americano, confluiscono nel Christian Zionism, idea diffusa tra molti cristiani fondamentalisti negli Stati Uniti, per cui sia obbligatorio stare dalla parte di Israele, in quanto, quando arriverà la battaglia della fine dei tempi, Dio e Gesù, ovviamente, staranno dalla parte del popolo eletto, gli ebrei, e di chi difende questo popolo,ovvero gli Stati Uniti.
Una rappresentazione perfetta del mix tra nazionalismo (bianco) cristiano che impera negli USA e politica imperialista.
Il nazionalismo bianco cristiano degli Stati Uniti non è nato solo in difesa di Israele, quindi nel 900, ma ha solide basi storiche, religiose e culturali che risalgono, come accennato all’inizio dell’articolo, alla fondazione del paese stesso e delle sue colonie, come terra di rifugio per i puritani perseguitati in Europa. Quindi anche gli americani si sentono un po’ popolo eletto e protetto da Dio, per quello si sentono affini agli ebrei e alla creazione dello stato di Israele come terra promessa per quella popolazione.
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