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Individuo e Società

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1. La comprensione delle cause di differenziazione della società Occidentale negli ultimi Tre secoli, conferma, fin oggi, un dominio tra i più eterogenei nelle indagini culturali moderne.  Attraverso la Filosofia della Storia, la Sociologia e la Psicologia, è noto ritrovare percorsi diversi provenienti da radici gnoseologiche profondamente differenti.

 

Eppure, benché scissi nelle conclusioni, tali percorsi evidenziano grossolanamente un minimo comun divisore: la transizione dell’individuo da una società collettivista, strutturata in ruoli ad una individualista, più fluida e disordinata.

 

2. Partendo da ciò, possiamo denominare Individualismo quella concezione che osserva l’essere umano come profondamente dipendente al processo di costruzione autonoma della propria persona; possiamo pertanto intravedere in tale concezione la matrice delle mutazioni del processo di formazione dell’identità.

 

Comparando i modelli volti alla spiegazione di questa transizione, appaiono delle incongruenze significative:


  • Max Weber, in reazione al Positivismo Ottocentesco, figurava nell’etica e nella cultura del Protestantesimo la sostanza movente dell’Individualismo e della stessa Rivoluzione Capitalista;

  • Emile Durkheim, similmente, notava l’ascesa dell’Individuo da elemento complementare della vita sociale ad oggetto di “culto” a cui le funzioni sociali si disponevano;

  • La dialettica materialista del Marxismo, rispettando la cardinalità dei fattori di produzione economici, evidenziava l’incremento di disuguaglianza come fondamentale stimolo psicologico all’egoismo;

  • Oswald Spengler, discusso promotore dello Storicismo tedesco, al contrario condannava al materialismo il peccato di aver soggiogato l’Occidente  ad una degradazione fatale, frutto dell’abbandono del ceppo Spirituale che lo aveva partorito; l’Individualismo, per ciò, non era che la manifestazione di tali cause profonde.

 

3. Ognuna, delle tante tradizioni,  ha generato ragionevoli spiegazioni, che, nella loro somiglianza, vertono comunque in contraddizioni incompatibili.

Attraverso l’intersezione di tali frammentazioni, il ventesimo secolo sembra abbia maturato una genealogia adeguata al fenomeno.

In Niklas Luhmann e nella interdisciplinare Teoria dei Sistemi, applicata dall’origine della Cibernetica fino ad oggi nella Teoria della Complessità, si osserva per l’appunto una sistematicità chiarificatrice.

 

3.1 Il sociologo tedesco, introducendo il concetto di “differenziazione funzionale”, esplicita la caratteristica fondamentale della società moderna: l’irritazione pervasiva dell’ordine strutturale preesistente, voluta ed esercitata a livello economico e psicologico, ed il conseguente disordine organizzato;  regolato in maniera contingente da conquiste evolutive (tecnologiche e istituzionali) che stabiliscono sempre maggiormente la necessità del sistema sociale di selezionare e distinguere dei paradigmi di personalità.

Il medium, per svolgere tale stimolo ricorsivo, è certamente il Sistema dell’Informazione, che funge da nucleo operativo.

 

 

4. A questo punto occorre introdurre i due criteri fondamentali che, secondo il filosofo Hans-Georg Moeller, sono stati tradizionalmente adoperati nella formazione della persona e dell’identità: la Sincerità e l’Autenticità.

 

  • Sincerità sociale:

il modo genuino e spontaneo di aderire alla funzione sociale a cui si è richiamati.

La sincerità, per lungo tempo, si è posta come criterio su cui definire una personalità integra; procedendo in esso, tale criterio è storicamente legato all’immagine di fedeltà, dunque potenziale purezza nel ruolo sociale, se e solo se lo si abbraccia con impegno; a cui si adempie fiduciosamente.

 

  • Autenticità sociale:

il metodo di liberazione da qualunque costrutto collettivo, posto come auto-correttivo.

Conducendo, dai termini del filosofo Charles Taylor, una retrospezione storica sulla proliferazione dell’Individualismo, si nota come il movimento del Romanticismo tedesco ebbe, nel suo nucleo turbolento e ribelle, il richiamo primo all’essenzialità di uno slancio personale verso la ricerca del ; quest’ultimo inteso come qualcosa di non ancora realizzato, slegato stavolta dal ruolo sociale cui si era destinati.

 

5. Moeller prosegue evidenziando come nel tempo il concetto di Autenticità sociale  abbia sovrastato l’altro, fino ai giorni moderni.

Egli, però, osserva come la crescente fluidità e la recente pervasività estrema del fenomeno Social Network  abbia generato un nuovo selettore, che, pur svolgendosi nel conformismo, accentua ancor di più il fenomeno dell’individualismo: la Profilazione sociale.

 

  • Moeller definisce la Profilazione sociale come il criterio indiretto derivato dall’attenzione del fenomeno di Osservazione di Secondo Ordine (sociale); essendo, quest’ultimo, l’osservazione dell’individuo ai giudizi degli altri individui, divenuti utenti  e profili, su un determinato tema sociale, e non più l’osservazione diretta e conclusiva, ossia di prim’ordine.

Ciò vuol dire che l’Individuo, nel ventunesimo secolo, secondo Moeller, è divenuto talmente concentrato sui giudizi che altri individui hanno di determinate tematiche, da far prevalere questi ultimi sul proprio diretto; piegando la propria persona al dilemma psicologico così incessante: “Come verrò osservato?”.

 

6.Tale indagine sulla Profilazione sociale conclude descrivendo come questo criterio appartenga ormai pienamente alle dinamiche di mercato, nonché agli ultimi movimenti politici, in cui vi è manifesta al più altro grado l’inamovibilità dello stesso.

Secondo David Chalmers, filosofo della mente, l’introduzione nella società dei Social Network è stato il primo e concreto gradino dell’estensione tecnologica nell’esperienza neurofisiologica.

I Social Network, così, già rappresentano l’integrazione della Realtà Aumentata a cui da tempo sembra convergere la civiltà.

 

7. Il quesito che si pone, in tal modo, sulla probabile variazione futura della stessa, è di fondamentale rilevanza.

Tra la molteplicità di rappresentazioni che turbinano l’immaginario collettivo, sovrapponendo simulazioni e simulacri; la tentacolare infiltrazione cognitiva dell’Osservazione di Secondo Ordine, che spesso costringe le attività sociali ad interazioni indirette ed artificiali; l’Individualismo che dilaga e permea le fondamenta etiche sociali, minando lo stato collettivo di diritto: quale proposta politica e tecnologica può soppiantare il disordine organizzato vigente?


Fonti:

Niklas Luhmann, La Realtà dei Mass Media;

David Chalmers, Più Realtà: i mondi virtuali ed i problemi della filosofia;

Oswald Spengler, Il Tramonto dell’Occidente;

Hans-Georg Moeller, Il tuo Profilo e Te,

Emile Durkheim;

Max Weber;

Charles Taylor.

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